Collezione: KINTSUGI ©

Il “Kintsugi 金継ぎ o “kintsukuroi” 金繕い vuol dire: «Riparare le ferite con l’oro» oppure «Toppa dorata».

Durante il periodo Muromachi (1336 – 1573): una leggenda vuole che lo Shogun (il più alto titolo militare possibile) Ashikaga Yoshimasa, dopo che la sua tazza da tè preferita si ruppe, commissionò di ripararla in modo che fosse ancora utilizzabile e degna della sua carica. Per riuscire nell’impresa, gli artigiani utilizzarono della lacca naturale mescolata con polvere d’oro, ottenendo un risultato strepitoso dal punto di vista artistico e artigianale. Riparare è una forma di terapia psicologica molto potente, poiché trasferiamo un possibile evento negativo della nostra vita sull’oggetto rotto. Una volta aggiustato, sarà come se fossimo riusciti a sistemare una piccola parte negativa che abbiamo patito. Il Kintsugi è spesso associato alla resilienza, la capacità di rialzarsi sempre dopo una caduta. Il significato spirituale del Kintsugi sta proprio in questo aspetto: non dobbiamo nascondere le ferite che abbiamo o vergognarcene, perché se le “ripariamo” nel modo giusto, ovvero superando il trauma che ci hanno lasciato e imparando da esso, diventeranno medaglie, trofei che celebrano le battaglie a cui siamo sopravvissuti. «Dunque il kintsugi potrebbe avvicinarsi a wabi-sabi: “La bellezza dell’imperfezione».

"Il mondo spezza tutti e poi molti sono forti proprio nei punti spezzati.

(E. Hemingway)